Dott.ssa Laura Marchi

Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale Pisa e provincia

Tag: binge eating disorder

Obesità e disturbi dell’alimentazione

L’obesità è una condizione medica cronica diffusa in tutto il mondo, soprattutto quello occidentale, spesso associata a complicanze mediche di una certa gravità e a mortalità prematura. Si definisce sulla base dell’indice di massa corporea (BMI≥30). E’ stato stimato che i grandi obesi rischiano di morire circa 20 anni prima; l’obesità è responsabile di più di 2,5 milioni di morti all’anno in tutto il mondo (WHO, 2002). Oltre ai rischi per la salute fisica, questa condizione medica è associata anche a una ridotta qualità di vita e a compromissioni della salute psicologica e sociale. Il pattern alimentare delle persone affette da obesità è caratterizzato dalla dieta e da un rigido controllo dell’alimentazione per un certo periodo, interrotto ripetutamente da perdite di controllo sul cibo con le abbuffate, alimentazione compulsiva, ma anche da alimentazione eccessiva non compulsiva con cibi e bevande altamente calorici.

L’obesità è una condizione con eziologia multifattoriale, fattori genetici, comportamentali, culturali  e sociali sono alla base del suo sviluppo. Detta più semplicemente è necessario avere una predisposizione genetica all’obesità per poterla sviluppare, ma perchè si manifesti davvero sono necessarie altre condizioni, tra cui uno stile di vita non sano improntato alla sedentarietà e ad un eccessivo introito energetico. I nostri antenati, cacciatori-raccoglitori, sono stati programmati per poter sopravvivere alle carestie; coloro che riuscivano ad assimilare e conservare energie nei periodi di fame sopravvivevano alla selezione naturale. Questi geni sono in parte responsabili del sovrappeso e dell’obesità diffuse.

La domanda che mi voglio porre in questo articolo è la seguente: l’obesità può essere considerata un disturbo alimentare? La risposta è no. Ci sono differenze ma anche intersezioni tra le due condizioni; in una percentuale non trascurabile di casi le due condizioni si sovrappongono nella stessa persona, giustificando la diagnosi di disturbo da alimentazione incontrollata, ma non sempre è così. In molti altri casi le differenze tra obesità e disturbi alimentari sono marcate; nel primo caso la distribuzione tra i sessi e le varie età è pressocchè identica, mentre nel secondo la prevalenza è più alta nel genere femminile e in età adolescenziale. Inoltre,  nell’obesità è necessario promuovere un controllo costante dell’introito calorico e del peso corporeo, mentre nei disturbi alimentari è necessario contrastare la sorveglianza continua di questi aspetti.

Le cure sia nell’obesità, sia nei disturbi alimentari devono essere multidimensionali, multiprofessionali, attente  al versante nutrizionale, alle complicanze mediche e ai fattori psicologici e socio-ambientali.

Ad oggi, il trattamento d’elezione, empiricamente supportato, per l’obesità associata al disturbo da alimentazione incontrollata è la terapia cognitivo-comportamentale, la CBT-OB (Disturbo da Binge-Eating associato all’Obesità), che coniuga insieme lo scopo di aumento del controllo sull’alimentazione e cessazione delle condotte di abbuffate e la perdita di peso necessaria per la salute. Il trattamento prevede 6 mesi di trattamento intensivo mirato al cambiamento nello stile di vita (dieta moderatamente restrittiva basata sui principi della dieta mediterranea) e aumento dell’attività fisica (utilizzo del contapassi e sessioni di esercizi di tonificazione) e un anno di mantenimento del peso con follow-up mensili.

Il Disturbo da Binge-Eating: nuove prospettive di trattamento

Il Disturbo da Binge-Eating (BED) è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato da episodi di abbuffate oggettive non seguiti da mezzi di compenso, come vomito auto-indotto, uso di lassativi, esercizio fisico intenso o digiuno, cosa che invece caratterizza la bulimia nervosa. I tentativi di restringere l’alimentazione per modificare peso e forma del corpo tra un’abbuffata e l’altra sono meno elevati rispetto a quelli presenti nella bulimia nervosa, anche se spesso sono presenti periodi anche lunghi di dieta. L’alimentazione al di fuori delle abbuffate tende ad essere sregolata ed eccessiva, caratterizzata dall’assunzione di cibi ad alta densità calorica (ricchi di grassi saturi, zuccheri e sale), grandi porzioni, il piluccare frequentemente fuori dai pasti.6 La sensazione di perdita di controllo è l’elemento centrale delle abbuffate; la persona non riesce a smettere di mangiare una volta iniziato, anche se arriva ad essere spiacevolmente piena, nè si sente in grado di non iniziare una volta che l’impulso è partito, indipendentemente dai segnali di fame e sazietà, che risultano alterati. Le abbuffate avvengono in segreto a causa della vergogna con la quale la persona le vive. In circa il 50% degli individui con il BED è presente un’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo, aspetto che rende più grave il quadro psicopatologico, spesso caratterizzato da depressione, intensa autocritica, bassa autostima, disturbi psicologici in comorbidità (disturbi d’ansia, disturbo bipolare, ecc). Spesso questo disturbo si associa all’obesità, sebbene è importante ricordare che non tutte le persone affette da obesità ne soffrano, e a condizioni somatiche come malattie cardio-metaboliche, diabete di tipo 2, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, ipertensione arteriosa. Gli individui con BED sono angosciati dal loro comportamento alimentare, non sono contenti di come appaiono e si sentono e, spesso, hanno una bassa autostima. Queste caratteristiche possono compromettere il funzionamento psicosociale e influire negativamente sulla loro qualità di vita fisica e psicosociale.

A differenza dell’anoressia nervosa e della bulimia, dove il rapporto femmine maschi è sbilanciato a favore delle prime (9:1),  nel BED il rapporto tra i sessi è più bilanciato (6:4) e l’età d’insorgenza è mediamente più tardiva, tarda adolescenza e prima età adulta.

Fino ad oggi i trattamenti psicologici che si sono impiegati hanno portato alla remissione degli episodi di abbuffata in circa la metà dei pazienti, accompagnata dal miglioramento della sintomatologia depressiva associata e della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione (Hilbert et al., 2019). Purtroppo il maggior svantaggio di questi trattamenti è che generalmente non producono un calo di peso significativo (Cooper et al., 2019). A questo proposito è stato proposto di recente un nuovo trattamento, che si propone di superare questi limiti aiutando le persone con BED  a raggiungere un calo di peso salutare, che varia dal 5 al 15% di calo di peso ponderale. Il trattamento è la terapia cognitivo-comportamentale del Disturbo da Binge-Eating Associato all’Obesità (CBT-BO; Dalle Grave, Sartirana, Calugi, 2020), un trattamento che mira ad individuare e intervenire sui fattori di mantenimento delle abbuffate e dell’alimentazione eccessiva e sregolata e a sull’eccesso di peso attraverso una restrizione dietetica moderata e flessibile.

 

 

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