La relazione tra l’ansia sociale dei bambini e l’ipercontrollo genitoriale percepito è stato ben stabilito dalla letteratura scientifica. Caratterizzato dall’ipercoinvolgimento genitoriale, l’ipercontrollo dei bambini si ritiene che derivi dai tentativi dei genitori di proteggerli da ogni possibile fattore di stress. Sebbene l’intenzione sia buona, sostituendosi alle responsabilità che i bambini sarebbero in grado di assumersi in modo autonomo, i genitori potrebbero inavvertitamente incoraggiarli a diventare eccessivamente dipendenti o mettere in atto evitamenti che portano alla mancanza di autonomia o all’ansia nei contesti sociali. Proteggere i figli da nuove e potenzialmente stressanti esperienze, sebbene possa essere di aiuto nel breve periodo, potrebbe aprire loro la strada di successivi fallimenti sociali. L’ipercontrollo genitoriale delle attività quotidiane dei bambini limita la possibilità per loro di fare nuove esperienze e questo potrebbe essere un fattore particolarmente importante nello sviluppo dell’ansia sociale, che implica disagio e paura intense nei contesti sociali nuovi. La relazione tra l’ipercontrollo genitoriale e la paura che insorge nei contesti sociali e relazionali è stata confermata sia nell’infanzia che nella prima adolescenza.
La ragione alla base della limitazione dei genitori dell’autonomia dei bambini socialmente ansiosi, potrebbe essere collegata alle preoccupazioni per i loro figli. Preoccuparsi o focalizzare l’attenzione su possibili minacce future è una comune strategia di regolazione delle emozioni che potrebbe portare a un aumento dell’ansia. Alcuni genitori potrebbero iniziare a preoccuparsi in modo esagerato del benessere dei loro bambini socialmente ansiosi, il che potrebbe provocare comportamenti eccessivamente controllanti che, successivamente, possono essere modellati dai bambini. I genitori potrebbero inavvertitamente seguire i loro figli con eccessiva preoccupazione, aumentando così l’ansia sociale dei bambini nel tempo. Infatti, i genitori socialmente ansiosi tendono ad avere bambini socialmente ansiosi. Gli studiosi hanno suggerito che i bambini ansiosi apprendono che il mondo è un posto pericoloso dove potrebbero aspettarsi conseguenze negative per il loro comportamento e diventare sempre più paurosi ed evitanti come risultato.
La relazione di attaccamento instaurata con i genitori e lo stile educativo utilizzato influenza la formazione di credenze positive o negative sul mondo, su noi stessi e sugli altri; in caso di ansia sociale le convinzioni centrali sono spesso legate a temi di incapacità, inadeguatezza, non amabilità, sugli altri come critici, giudicanti, abbandonici, indisponibili e sul mondo come un luogo pericoloso. La terapia cognitivo-comportamentale in questi casi aiuta l’individuo a ristrutturare tali credenze e a esporsi a quelle situazioni sociali che evita a causa del disagio sperimentato. In caso di bambini e di adolescenti, coinvolgere i genitori diviene una parte fondamentale del trattamento per aiutarli a comprendere e modificare quegli aspetti del loro stile educativo che mantengono e rinforzano i sintomi del figlio.