Non si può parlare del disturbo da insonnia senza prima parlare del sonno e delle sue caratteristiche. Alexandre Dumas citava: “il sonno è una divinità capricciosa e proprio quando la si invoca, si fa aspettare”. In termini scientifici il sonno può essere definito come uno stato ricorrente e reversibile, in cui si viene a trovare l’organismo, che comporta una ridotta risposta agli stimoli provenienti dall’ambiente esterno e adattamenti complessi e regolari della fisiologia di molti organi e apparati”. 

Il sonno si divide in: sonno NREM (Non-Rapid-Eye-Movement), suddiviso a sua volta in 4 stadi: Stadio 1: passaggio dalla veglia al sonno leggero (stato crepuscolare); Stadio 2: ‘sonno leggero’ . Inizio del sonno; Stadi 3 e 4: sonno profondo e sonno REM o paradosso (Rapid-Eye-Movement) caratterizzato da sogni vividi, elevata attività cerebrale, ma generale rilassamento muscolare. Questo stadio del sonno si verifica ciclicamente durante la notte, alternandosi con il sonno NREM ogni 90 minuti. L’ alternanza degli stadi di sonno non-REM e di sonno REM (ciclo del sonno) avviene, in condizioni normali, circa 4/5 volte nella notte. Ogni ciclo di sonno ha una durata di circa 90-100 minuti.  Le fasi di sonno REM durano circa 15 minuti. Un giovane adulto arriva al sonno REM più o meno 90 minuti dopo l’addormentamento.

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5; APA, 2013) inserisce il disturbo da insonnia tra i disturbi del sonno-veglia e lo definisce come un senso soggettivo di difficoltà ad addormentarsi, a mantenere il sonno o di cattiva qualità del sonno. L’American Academy of Sleep Medicine definisce l’insonnia primaria come la lamentela da parte del paziente d

i un sonno scarso o insoddisfacente. Ciò che emerge da tali definizioni è che l’insonnia è un disturbo soggettivo, ciò che conta è la percezione che il paziente ha della qualità del proprio sonno, al di là delle misure oggettive. Può essere caratterizzata da:

  • Difficoltà di addormentamento (insonnia iniziale/precoce)
  • Frequenti e prolungati risvegli notturni (insonnia di mantenimento)
  • Risveglio precoce al mattino (insonnia tardiva)
  • Da una combinazione di queste difficoltà (insonnia mista o generalizzata)

Per porre diagnosi devono essere presenti tutti e 3 i criteri:

  1. Quantità di tempo per l’addormentamento e di risveglio notturno uguale o superiore a 30 minuti;
  2. Frequenza uguale o maggiore a 3 notti a settimana;
  3. Durata del disturbo uguale o maggiore di 6 mesi.

In base alla durata, l’insonnia può essere suddivisa in (National Institute of Health, 1984):

  • Insonnia transito

    ria (dura solo alcuni giorni)

  • Insonnia a breve termine (dura da 1 a 3 settimane)
  • Insonnia persistente (dura più di 3 settimane)

L’insonnia può essere inoltre suddivisa in:

  • Situazionale
  • Cronica (è possibile parlare di insonnia cronica dopo 6 mesi secondo l’International Classification of Sleep Disorders)

Il tipo di insonnia può variare nel tempo: le difficoltà di addormentamento sono più tipiche dei primi episo

 

di d’insonnia, mentre i problemi di mantenimento del sonno sono più comuni nelle fasi avanzate del disturbo. L’insonnia è associata a stanchezza quotidiana, maggiore utilizzo dei servizi sanitari, auto-medicazioni tramite alcolici o farmaci, maggiore compromissione funzionale, maggiore assenteismo al lavoro, problemi di memoria e di concentrazione, diminuizione della piacevolezza delle relazioni interpersonali, aumento del rischio di gravi malattie mediche e di incidenti stradali e sul lavoro (APA, 2000).

Sono stati individuati dei fattori di vulnerabilità all’insonnia primaria:

  1. Iperattivazione fisiologica, cognitiva o emozionale: gli insonni rispetto ai buoni dormitori sono più attivati fisiologicamente non solo di notte, ma anche di giorno e presentano uno stile cognitivo caratterizzato da ossessioni, preoccupazioni, ipervigilanza e ansia;
  2. Comportamento di tipo A (Friedman e Rosenman, 1977): gli individui che manifestano un comportamento di tipo A sono caratterizzati da ostilità, competitività, senso di urgenza del tempo e riportano più frequentemente problemi ad addormentarsi e maggiori livelli di stress q

    uotidiano rispetto ai controlli (Hayes and Hicks, 1993);

  3. Familiarità: più del 75% di un campione di studenti con madri affette da problemi di sonno, mostravano difficoltà nell’addormentamento e nel mantenimento del sonno (Coren and Searleman, 1985).

In genere l’esordio dell’insonnia avviene in periodi di stress più o meno intensi e le modalità con cui un individuo interpreta i transitori problemi di sonno contribuiscono a cronicizzare o meno il disturbo. Se un individuo è in grado di collegare la natura transitoria del problema di sonno alla presenza di eventi stressanti è probabile che il sonno si normalizzi quando la situazione stressante viene superata. Se al contrario, un individuo concettualizza le momentanee difficoltà di sonno come indice di perdita di controllo sul proprio sonno e si preoccupa intensamente per le conseguenze del disturbo può diventare cronico. Le persone che soffrono d’insonnia, rispetto ai buoni dormitori, presentano inoltre aspettative irrealistiche riguardo alle necessità di sonno, convinzioni errate sulle caus

 

e, conseguenze e rimedi per l’insonnia.

La ricerca scientifica mostra che la terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia (CBT-i) è un efficace trattamento non farmacologico che migliora la qualità del sonno, la latenza di addormentamento e l’efficienza del sonno. La CBT-i si propone di intervenire sui fattori di mantenimento (cognitivi e comportamentali) del disturbo attraverso l’utilizzo di diverse tecniche quali: la ristrutturazione cognitiva (modificare credenze disfunzionali sul sonno e l’insonnia), controllo dello stimolo (istruzioni comportamentali per rafforzare l’associazione tra il letto e il sonno), restrizione del sonno (istruzioni comportamentali per limitare il tempo trascorso a letto senza dormire), igiene del sonno (raccomandazioni generali per modificare le cattive abitudini che disturbano il sonno) e tecniche di rilassamento e immaginative.